Di Angel Dallo spettacolo “Il mio pezzo di storia”, esito scenico di un laboratorio del 2013/2014, prende il via l’esperienza teatrale del Centro di Salute Mentale di Quartu. Il gruppo attualmente è al lavoro per predisporre e portare in scena un nuovo testo scelto dagli attori secondo criteri che, come nello spettacolo precedente, prevedono la costruzione della drammaturgia seguendo una forma libera.
Il teatro come scoperta del Sé è stato l’argomento con il quale è iniziata la serata del 25 gennaio tenutasi nel Centro diurno di Selargius, e proseguita con la presentazione della montagnaterapia. Appuntamento ormai abituale per molti, è stata la settima di una serie di incontri facenti parte di un ciclo a cadenza quindicinale. La riabilitazione psico-sociale prevede infatti una serie di interventi che consentono alle persone con sofferenza mentale di integrarsi appieno nella vita comunitaria. Così anche l’attività teatrale, nelle sue svariate forme, permette un’abilitazione di competenze che sono fondamentali nella quotidianità.
“L’attività teatrale – ha esordito la dottoressa Roberta Murru del Csm di Quartu – offre all’individuo la possibilità di acquisire competenze relazionali, nonché migliorare la modulazione della propria voce, progredire nella consapevolezza del proprio corpo e dei suoi movimenti nello spazio. Capacità che i nostri attori hanno conquistato dopo un anno di attività e di prove, guidati dal regista e attore Elio Turno Arthemalle della compagnia Teatro Impossibile. Dopo la messa in scena del primo lavoro, che ha avuto un pubblico di circa duecento persone, adesso stiamo lavorando ad un nuovo testo teatrale che anche stavolta usa la metodica di costruzione della drammaturgia in itinere”.
In particolare, il gruppo teatrale del Csm sta utilizzando i testi delle canzoni preferite dagli attori. Mediante una composizione attenta che non esclude l’improvvisazione, si crea così un testo inedito che può consentire la rivisitazione di esperienze passate e la rielaborazione di emozioni.
Durante l’incontro sono stati proiettati una serie di filmati sulla passata esperienza teatrale del Csm, cogliendone i momenti più significativi.
Un approccio veramente innovativo, per quanto riguarda la cura della sofferenza mentale, è anche quello della montagnaterapia, di cui si è parlato nella seconda parte della serata. Effettivamente questa attività, che comprende il trekking e la terapia di gruppo, finora ha consentito dei miglioramenti nello stato di benessere dei partecipanti, con ricadute positive sia a livello psicofisico che in quello psicosociale. Infatti le persone con sofferenza mentale, insieme agli operatori sanitari e agli esperti di montagna, durante le esperienze di trekking si sono cimentati in vere e proprie escursioni, mettendosi in gioco per l’acquisizione graduale di consapevolezza delle proprie capacità.
Effetto non trascurabile è pure l’esercizio di competenze all’interno del gruppo che consente la costruzione di una positiva identità della persona con sofferenza mentale. Nell’incontro è stato presentato il progetto, “La montagna che aiuta”, realizzato in collaborazione con il Csm Cagliari Ovest della Asl 8 di Cagliari.
Durante l’incontro l’esperienza è stata presentata attraverso un video che ha mostrato, oltre a splendide immagini, interessanti dialoghi e interviste, pregevoli per i loro contenuti, dai quali traspare la comunicazione e la condivisione di emozioni nonché di momenti indimenticabili.
Guarda l’intervista al dott. Alessandro Montixi https://youtu.be/PZPhxU-XTdE
Guarda l’intervista alla dott.ssa Roberta Murru https://youtu.be/7xpxNw_iwTU