di Angel Sabato 11 marzo, nei locali dell’Ex Montegranatico a Donori, si è svolto un incontro sulla violenza che viene perpetrata soprattutto nei confronti delle donne. All’evento hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni Luna Sole e e Alta Formazione e Sviluppo, nonché vari operatori e alcuni membri dell’amministrazione comunale.
La violenza di genere è una grave piaga sociale che crea danni a livello psico-fisico ed economico. I contesti sociali nei quali si verifica l’abuso sono vari e possiamo dire che oggi ciò che consente alle donne di denunciare il violentatore è l’attività dei centri antiviolenza.
Purtroppo la causa di tale problema è da ricercare negli stereotipi culturali che ribadiscono l’immagine della donna subordinata a quella dell’uomo. È nella scuola e nella famiglia che si possono educare i bambini alla parità di genere fin dai primissimi anni. Ed è proprio grazie a loro e alla mostra di disegni organizzata parallelamente all’evento che si è potuto vedere quanta consapevolezza esista sull’argomento. Nei disegni infatti prevale l’idea di un’aspirazione insopprimibile verso la libertà della donna e del minore, resa pittoricamente in termini molto spesso simbolici, altre volte più lineari.
“Per quanto attiene il lavoro delle associazioni” ha spiegato Marinella Canu dell’associazione Luna Sole, “questo è fondamentale per collaborare con la donna che ha subito violenza. Purtroppo spesso però questi centri non ricevono i finanziamenti adeguati”.
La violenza si genere produce subito dei gravi danni psico-fisici come si è evinto dalla lettura del racconto di Francesca Murgia, dedicato ai dubbi e alle incertezze nella donna che tenta di riappropriarsi della propria vita.
Massimo Dotta ha invece illustrato il problema con dati e statistiche: “Relativamente al 2007, sono state 6 milioni e 743 mila le donne tra i 16 e i 70 anni che in Italia hanno subito violenza fisica e psicologica”.
Non si può prescindere, in un simile panorama, dal sottolineare l’immenso lavoro educativo da svolgere per quanto attiene la genitorialità e l’affettività.
“Una delle principali cause della violenza contro le donne è la cultura patriarcale che ha predominato per interi periodi della nostra storia”, ha spiegato il dottor Moi, psicologo del lavoro. “Per uscire dal tunnel di immagini stereotipate e pregiudizi sarà opportuno affrontare su più piani la questione. Infatti, molto spesso la situazione di tensione all’interno delle famiglie porta a intimidazioni, sfocia nella violenza, isola le donne e i minori. Si ha così il ciclo perturbatore della violenza che può essere interrotto solo con dei centri di ascolto per abusanti e vittime dell’abuso. Da non trascurare in questi interventi saranno gli aspetti legali, come la legge contro la violenza sessuale n. 66 del 1997 e la normativa 154 del 2001 sulle misure contro la violenza nelle relazioni familiari”.
In situazioni così lontane e anomale, come ritrovare l’equilibrio psico-fisico? “La donna resa vulnerabile dalla violenza deve essere accompagnata durante tutto un percorso di riabilitazione psico-sociale che la porterà dai centri anti-violenza ad un recupero dei propri spazi ed ambienti” ha commentato la psicologa Stefania Cuccu, di Alta Formazione e Sviluppo, “perché stereotipi e pregiudizi l’attendono ad ogni passo”.
Non è neppure mancato l’apporto informativo sugli aspetti medico-sanitari per quanto attiene l’intervento nell’emergenza, in realtà aspetti fondamentali e non trascurabili.
Infine, è arrivata anche una domanda alla sindaca Lucia Meloni sui mezzi e strumenti posti in essere dal Comune nei casi di violenza di genere. “Sono soprattutto i servizi sociali ad occuparsi del problema svolgendo un’attività complementare a quello dei centri anti-violenza”, ha spiegato. “Ne consegue che l’intervento efficace è quello che avvalendosi di vari apporti crea una rete di supporti che sono punto di ripresa per donne e minori colpiti da abuso sessuale”.