Di Maia
Quando penso ad un uomo mi viene subito in mente una canzone di Fabrizio Moro: “Pensa… Prima di sparare pensa”, faceva il ritornello. Ossia, prima di agire frena i tuoi impulsi.
Vivace e impertinente, l’uomo, con i suoi occhi e i suoi discorsi eloquenti, agisce spesso senza serietà e con furbizia: si limita appunto, al suo istinto.
Per spezzare una lancia a suo favore, come negare il fatto che l’uomo è una bella invenzione? “A sua immagine Dio lo creò”. Possiamo forse farne a meno?
Dietro i suoi bicipiti e i suoi pettorali e la cosiddetta tanto sudata “tartaruga”, cosa possiamo trovare? Che cosa di nascosto e velato? Quale fascino vi è contenuto? Possiamo criticare forse un po’ di amor proprio?
Oppure preferiamo il bravo ragazzo, quello semplice, dolce, gentile e premuroso? E come conciliare il fatto che debba essere deciso e sicuro di sé?
Siamo forse autolesioniste e scegliamo l’uomo tenebroso, quello che ci fa tanto piangere?
Care donne, a voi la scelta! Tipologie maschili ce ne sono tante, ma ai tempi d’oggi pochi sono gli uomini autentici, elegantemente simpatici, divertenti (oltre che forti e audaci).
Forse un politico ci affascinerà per il suo potere. Ma ci renderà felici? Così come un dirigente d’azienda o un medico, un professore, un banchiere o un artista.
Oppure un impiegato che ovviamente se la fa con la segretaria: cornuti e contenti tutti e due.
Quale storia ci può appassionare di più se non quella di cadere nella profondità di uno sguardo, che ci possa rapire e far sognare, al di là di ogni altro gioco o attitudine, inclinazione o talento?
Gli uomini ci affascinano per quello che sono e per quello che fanno, ma oggi anche le donne hanno raggiunto un loro status sociale, tale a quello dell’uomo, sia nell’ambito lavorativo che in quello sociale.
È aumentata la percentuale dei divorziati, dove l’uomo non è tutelato abbastanza ed è la donna ad avere la meglio.
Nel frattempo i ruoli si stanno invertendo, sta subentrando “il mammo”. Con uno spiccato senso della famiglia, quest’uomo cucina, gioca, cambia i bimbi, ecc.
Si crea così uno squilibrio, in quanto l’uomo scavalca il ruolo della donna, che al cospetto di lui e della famiglia d’origine vuole comunque affermarsi anche professionalmente.
Avvengono così lotte intestine interminabili; virilità e desiderio cominciano a mancare. La donna denuncia di volere la sua libertà, l’uomo manifesta la sua contrarietà. I figli contesi sono vittime della circostanza.
Sono tanti i motivi che inducono alla violenza domestica: gelosia, possesso, disperazione. Domandiamoci allora in questo conflitto di interessi “se questo è un uomo”. E la donna, cosa vuole essere?
La guerra si fa in due e le ferite che ci infligge non hanno niente di buono da ricordare. Tutto si perde in un sogno grigio e cupo, per il sacrificio di piccole e grandi folli contese.
Bisogna liberarci dalle condizioni di vita che ci tormentano, frustrazioni e insoddisfazioni; suddividerci reciprocamente le responsabilità, senza per questo smettere di amarci.
L’amore è come una potente sostanza chimica che mette in sintonia l’uomo e la donna, è un meccanismo di attrazione che non può e non deve mancare per l’armonia e la felicità della coppia.
Possiamo forse farne a meno.