A cura della Redazione. Chi è il personaggio/protagonista del libro di Marcello Fois, edizioni Einaudi del 2016, dal titolo “Quasi Grazia”? Effettivamente il profilo che si delinea, pagina dopo pagina, è quello di una donna creativa che crede nel divenire di una battaglia, per l’espressione letteraria, che durerà tutta una vita.
Infatti il romanzo si apre con l’attesa di una partenza nel lontano febbraio del 1900. Grazia sta per lasciare la sua città, Nuoro, alla volta di Roma, e attende, nell’androne d’ingresso della sua casa natale, alla preparazione dei bagagli, osservata dalla madre che commenta ironicamente i suoi gesti. Ha così inizio un dialogo intenso che mette in luce il senso critico di Grazia nei confronti delle parole e degli ammonimenti materni.
Durante il dialogo si parla anche del padre di Grazia, anche lui di parere contrario al lavoro di scrittrice della figlia. Nella mentalità familiare e dei concittadini, Grazia, essendo donna, avrebbe dovuto curare la sua femminilità esercitando il suo ruolo ordinario. Ma nella società di Nuoro la scrittrice dimostrò enorme iniziativa per coltivare la propria passione anche sfidando i pregiudizi popolari.
Grazia è così al centro di numerose polemiche molto di più dei fratelli Andrea o Santus. Purtuttavia ecco cosa scrive: “Che questa cosa di scrivere, come dite voi, per me è la più importante di tutte…”. Grazia viene dileggiata per aver descritto, nei suoi racconti e romanzi, la Nuoro di allora anche nei suoi lati più oscuri e mitici.
L’argomento delle polemiche e contestazioni che Grazia ha dovuto subire non si chiude con l’abbandono della casa paterna e di Nuoro. Così l’attività letteraria di Grazia viene messa in discussione da intellettuali e dai giornali sardi che spesso criticavano l’onorificienza avuta dalla scrittrice giudicandolo un premio “politico più che letterario”.
Inoltre la presunta causa di tante critiche è forse da ritrovarsi nel presunto Verismo deleddiano: “Essermi rifiutata di mediare… Di offrire una possibile consolazione. Si sono abituati a confondere lo scrittore col cerimoniere. E invece lo scrittore è uno specchio. Riflette e ti mette davanti a quello che sei, senza sconti…”.
Ancora il romanzo approfondisce alcune tematiche deleddiane: il senso di religiosità delle popolazioni sarde, il senso del destino, la purezza che coniuga più aspetti dell’esistenza… soprattutto si intravvede la parabola esistenziale di Grazia, il filo conduttore di alcuni racconti come temi quali le differenze sociali, il destino dei personaggi appartenenti a classi sociali differenti, l’impossibilità di cambiare una situazione esistenziale iniziale…
Ancora l’animale mitico al centro di un reticolo di desideri, presenti nel bambino povero e indigente, così come in quello ricco e facoltoso…
Le riflessioni di Grazia si succedono in una giostra di colori e di personaggi: Pascaleddu, Signoriccu, Minai e Donna Antonia la monaca, nell’infinita sequela di enigmi non risolti nel poderoso lavoro della scrittrice.
E dentro il romanzo in forma di teatro il racconto di Ghisparru che lasciata la casa natale si avventura alla volta della casa di Onofria Dau per darsi e avere in cambio la ricchezza.
Storie nutrite di Verismo, si dirà, ma vere forse quanto l’esistenza di Grazia che scopre l’ineluttabilità della sua malattia pur nel rinascere del desiderio di scrivere, com’è nelle sue stesse parole: “ Come si arriva ci si congeda”.
Con la pubblicazione di questo articolo
la redazione Web
coglie l’occasione di augurarvi
Buone Feste
in un clima di serenità.
Quando Gesù bambino
vide la stella cometa….
espresse un desiderio.
O era già tutto quello
che voleva……………..