Gioia, fratellanza e sofferenza alla quarta edizione dei Sentieri di libertà. Vivere per un’utopia possibile, concreta e reale. I percorsi tra i Tacchi dell’Ogliastra, monti tra i paesi di Ierzu, Ulassai, Osini, hanno ospitato il 27, 28, 29 e 30 giugno scorsi l’imponente manifestazione terapeutica ed ecologica che coinvolge persone con disagio e sofferenza mentale, operatori, medici, educatori, infermieri e volontari. Un evento pensato e organizzato dal dottor Alessandro Coni – medico psichiatra, direttore del dipartimento di salute mentale ATS di Cagliari – che spiega:« La montagna ci trasforma tutti, camminando si cambia. Noi diventiamo quello che siamo parlando, marciando, incontrando gli altri».
Oltre trecento escursionisti, assistiti dalla Protezione Civile, Corpo Forestale, Cai (Club alpino italiano). Sono questi i numeri che danno l’idea dello sforzo organizzativo necessario per questo evento: quattro giorni dove tutto si condivide, dove si vivono i propri pensieri e le proprie emozioni, ma nel contempo si sta tutti insieme ad affrontare ostacoli e difficoltà; qui veramente ognuno tende la mano all’altro. Erano presenti quasi tutti i dipartimenti di salute mentale e dipendenze patologiche, centri di cura e riabilitazione psichiatrici territoriali della Sardegna. A dimostrazione di quanto sia sentita e diffusa la sofferenza mentale oggi.
Sentieri di libertà è montagna terapia: camminare tra gli sterrati alcune volte scoscesi altre che si inerpicano in ripidi pendii, circondati da profumi intensi di erbe e arbusti selvatici. Tratti di strada sotto il sole cocente, alternati da viottoli ombreggiati da alti alberi che danno un poco di fresco e perciò si approfitta per qualche minuto di sosta e di riposo. Possiamo vedere questa marcia come metafora della vita, con la difficoltà, lo sforzo e l’impegno delle salite, sapendo che poi arriva la discesa dove sembra meno faticoso il percorso. Certo non è facile il cammino, si può inciampare, scivolare, ci si può far male, ci si può addirittura perdere in montagna – esperienza effettivamente vissuta ed affrontata con professionalità dal gruppo -, ma anche nella vita quotidiana succedono queste cose. Però quando si trova la forza interiore, la determinazione di raggiungere l’obiettivo prefissato si è premiati con la gioia di aver raggiunto la meta, di essere arrivati alla fine del sentiero. E se non si riesce con le proprie forze a tenere il passo o se si cade, c’è sempre l’amico, il compagno che cammina al tuo fianco pronto a rallentare la sua marcia e a darti una mano per rialzarti e proseguire.
Il lungo serpentone di magliette rosse indossate da tutti i partecipanti fa da cornice alla natura incontaminata. Non a caso si è scelto il colore rosso: acceso, vivo, che trasmette forza e determinazione. Utilizzato anche da chi ha lottato tempi addietro per la propria libertà e quella dei suoi figli. Allo stesso modo noi ne abbiamo fatto un simbolo per combattere il nemico che è dentro di noi, con lo stesso coraggio ed abnegazione e poter vivere in libertà senza ansie, senza paure. Concetti condivisi ed espressi da molti partecipanti. I ragazzi di Mandas sono ben allenati e confermano lo stato di appagatezza che si raggiunge camminando. «Gioia e felicità», sono le loro emozioni prevalenti. Positività che dura nel tempo, perché «Anche dopo la camminata si raccontano le emozioni provate». Idee ribadite dalle magliette rosse dell’ Sppa (Supporto alle persone per le autonomie). «È sicuramente un grande benessere, sia fisico sia psicologico. Stare in mezzo al verde ci permette di dimenticare un po’ la quotidianità». «C’è un rapporto più intimo con la natura e anche con le persone». La giornata dei partecipanti comincia presto. Si percorrono circa 3 chilometri ed altrettanti al rientro dove ad aspettarli c’è un panino consumato in allegria. Dopo pranzo, un’oretta di svago, si sta tutti insieme, si chiacchiera si canta a squarciagola. Si riprende l’attività a piccoli gruppi insieme a medici, psicologi si raccontano le proprie emozioni, le proprie esperienze, le impressioni avute durante la marcia. È il momento di riflessione. L’impegno profuso dal dottor Coni e dallo staff nella riabilitazione è totale e non si limita solamente alla comoda somministrazione di farmaci in ambulatorio. Terapie sempre utili ed indispensabili, ma nel campo del disagio mentale occorrono solidarietà, reciproco aiuto, partecipazione, autostima, fiducia nelle proprie capacità. Sentieri di Libertà è tutto questo: un’esperienza importante, un aiuto ad affrontare la vita a chi rimane un passo indietro. Evviva Sentieri di libertà e tutte le manifestazioni che si prefiggono questi obbiettivi. Arrivederci alla prossima edizione sempre più numerosi.