Dolce mi è naufragar in questo mar, la musica arriva da una vecchia radiolina, sono a letto fissando il soffitto cercando un motivo, una ragione per combattere, non posso perdere né un’altra battaglia né la guerra, lei solo lei può aiutarmi a radunare le poche forze rimaste, le briciole di ciò che ero, le briciole di ciò che sono: questo è un uomo.
Quante volte la musica mi ha afferrato per i capelli e mi ha sollevato dai problemi, quante notti ha illuminato il misero teatro della mia vita.
Ricordo quando rientravo da scuola e la mamma non era in casa, la casa era uno spazio vuoto gonfio di solitudine, dolore e tristezza, poi mettevo su la radio e cominciavo come d’incanto a sentirmi vivo, a scoprire l’emozione della vita, mi illudevo e camminavo in una vita parallela che leniva il mio dolore e si intersecava con il mio futuro, riuscivo a Re – Esistere alle grane, a tutto quello che mi faceva contorcere le viscere, la musica esercitava questo miracolo in me, ed è così che fu subito amore.
Sono passati tanti inverni sulle mie gobbe ma lei, la musica, è sempre là; le canzoni, gli album che si trascinavano fin da quando ero bambino, sono ancora oggi fonte di ispirazione e forza centripeta, sono loro che placano il kaos che ho di dentro, sono loro le amiche di sempre.
Potrei raccontare la mia esistenza quasi triste con una canzone per ogni periodo di essa, compagna di giorni da segnare con un sassolino bianco oppure con uno nero, la musica è forza e nel tempo ne ho fatto un fulcro di forza, una muraglia che nessuno riesce ad abbattere: il muro del suono.
Nella vita esistono tanti muri, che ai nostri occhi sembrano insuperabili; cosa ti dà forza quando sei in un mare di guai, solo e abbandonato a te stesso dal mondo intero, se non le radici, il suono, le parole di chi è passato dalle stesse strade, di chi ha calpestato gli stessi problemi?
“Vorrei che tu fossi qui…” cantano i Pink Floyd, “nonostante la mia rabbia sono come un topo in gabbia” urla il front – man degli Smashing Pumpkins; qualcuno potrebbe dirvi sono solo parole, sono solo canzoni, per me sono qualcosa di più, sono lacrime piante in un angolo della mia camera, sono le carezze che Mamma non mi hai mai dato e che aspetto di ricevere.
Oggi come allora il futuro mi è sconosciuto, per me che ho sempre preferito essere sconosciuto; al mio fianco, mentre scrivo, vi è un amico che ho conosciuto in un centro di riabilitazione psichiatrica, anche lui conosce la notte e per lui si può andare oltre, potresti sentirlo urlare una canzone dei Metallica, “così vicino così lontano, non mi importa di quel che fanno, non mi importa di quel che sanno”.
In un delirio di onniscienza ci bollano da pazzi, ma questa è un altra storia…
Musica riempimi l’anima in attesa del mio tempo, in attesa dei tempi dei tempi, la musica la incontri nel cuore, la ricevi nel cuore, è solo, solamente amore.