Continuano le recensioni per la nostra rubrica “L’angolo del libro”. Oggi presentiamo un classico della letteratura, il romanzo storico per antonomasia.
Possiamo definire, I Promessi Sposi il più alto capolavoro letterario Italiano.
Un romanzo, mai sbiadito nel tempo, ad opera di Alessandro Manzoni.
In principio il romanzo era intitolato, Fermo e Lucia poi divenuto appunto, I Promessi Sposi.
L’autore, concepisce il suo libro sotto forma di denuncia contro la dominazione austriaca in Italia utilizzando come ambientazione la dominazione spagnola del XVII secolo che imperversava nel Paese e quindi contro i suoi modi di imporsi, contro uno status di oppressione e segregazione, ragione per cui venne censurato dalle stesse autorità austriache del periodo. L’opera fu data alle stampe solamente diversi anni dopo. Ripensando a questo classico, il Manzoni descrive il periodo della peste bubbonica e come la gente riesce a rapportarsi ad essa. Subito ci sovviene in mente la realtà dei nostri giorni e come noi stiamo affrontando questa dannata pandemia. Gli snodi del romanzo sono molteplici in un Italia calpestata nel suo intimo senza diritti e ridotta in schiavitù. Le figure protagoniste e antagoniste di questo romanzo vanno a identificare un periodo storico depresso in perenne lotta contro il sistema.
D’impronta fortemente cattolica, ma di matrice anarchica.
Io non so un ca**o!
Il sapere se non è condiviso è sterile!