“Il paese del vento”, “La danza della collana”, “Fior di Sardegna”, “Cosima”, “Marianna Sirca”, “Il vecchio della montagna”, “Cenere”, “Canne al vento”, “La chiesa della solitudine”.
Questi i 9 libri firmati Grazia Deledda dai quali sono state tratte le letture per il reading che si è tenuto a Donori il 10 dicembre 2021, a cura del Salotto culturale.
Si è trattato di un viaggio tra i romanzi di Grazia Deledda motivato da un anelito verso la conoscenza e l’approfondimento di questa grande Autrice del Novecento che seppe armonizzare nelle sue pagine motivi presenti da sempre nella Storia umana.
L’ambiente naturale, sentimento e contrasto presente simultaneamente nell’animo umano, la mente e il suo divenire negli esordi letterari, il guardarsi allo specchio nel romanzo autobiografico, i dubbi dell’esistere, l’età avanzata e la difficile convivenza con i limiti ambientali e della propria persona, i richiami della coscienza e lo spirito attanagliato dal rimorso, la struttura economica della società agropastorale sarda, il dramma e l’irrompere della malattia nell’esistenza femminile e la rinascita;
queste alcune delle tematiche presenti nei brani letti.
Nella meraviglia di scoprire l’Autrice il salotto culturale ha mosso i propri passi scegliendo una rosa di brani, “cuciti” in una sequenza logico-esistenziale fatta di riflessioni, aperture poetiche, eventi, episodi di sapore ora lieto e ora triste…
Così, in una serata veramente invernale le lettrici hanno tracciato un “ritratto” della scrittrice ispirandosi alle sue stesse parole.
La propensione per la scrittura di Grazia Deledda non era un mistero.
Questa passione coltivata da autodidatta si era concretizzata nell’attività dello scrivere e del riflettere sull’ambiente natio, sulla “casa dei padri”.
Lo scrivere deleddiano trovò alimento soprattutto grazie all’osservazione attenta e metodica del mondo circostante.
La stessa condizione femminile viene scandagliata in più pagine quasi sempre grazie all’invenzione di personaggi pregnanti ed espressivi dalla cultura profondamente radicata nell’ambiente e nella civiltà sarda.
È stato naturale chiedersi che cosa abbia guidato l’Autrice in questo amore per la terra natale e sua emancipazione.
L’ istinto deleddiano non è ignoto a nessuno e di questo lei fu donna consapevole.
Fu anche sapiente narratrice di storie d’amore come ben rivelano anche i suoi libri d’esordio.
Fine la descrizione psicologica nel tratteggiare la figura del vecchio, perfettamente inclusa nella piccola società dei paesi e città della Sardegna.
Un’attività letteraria, quella della Deledda, che ha anche un risvolto rivoluzionario nei confronti di modi e abitudini incentrati su ruoli sociali forse superati o da reinventare.
Soprattutto comune ad alcuni personaggi deleddiani il guardarsi dentro e il trovare in sé aspetti contradditori e difficilmente comunicabili.
Queste aperture verso la difficile esplorazione della propria psiche ritrova equilibrio nelle frasi di sapore quasi fotografico che Grazia dedica a particolari e a comportamenti appartenenti al mondo animale e naturale.
A questo argomento fa molto spesso da sfondo il corpus di leggende e miti ancestrali che a volerli considerare in una luce di cultura antropologica ed etnografica sono dei veri gioielli.