È un comune mercoledì mattina a Cagliari, ai piedi del Bastione di Sant Remy tra il quartiere della marina e quello di castello. I componenti della redazione web sono pronti a visitare la mostra di fotografia e arti figurative presso la Fondazione di Sardegna alla scoperta di un mondo vecchio che si veste di nuovo ai nostri occhi.
All’interno di essa troviamo varie tipologie grafiche che gli artisti non sardi hanno usato per rappresentare la nostra terra e la sua evoluzione nel corso del tempo, dalla verginità dei paesaggi rurali alle prime forme di urbanizzazione delle città principali, dalle foto in bianco e nero alle opere futuriste.
Gli artisti che la ritraggono con disegni, dipinti e foto regalano delle emozioni che solo la Sardegna sa offrire, si sono spesi per essa ritraendola in modo personale e suscitando un moto d’orgoglio nei visitatori.
Abbiamo deciso di scrivere questo articolo tutti insieme per unire tutte le sfumature delle nostre emozioni.
Le opere di Paolo Ventura vengono rappresentate su tela con un misto di stratificazioni di pezzi di giornale, di pittura e di fotografie. I suoi soggetti rappresentano scenari cittadini minimalisti e sono caratterizzati da una precisa geometria, lasciando le linee di riferimento. Il colore rosso ricorre spesso, nella tecnica da lui adoperata notiamo anche sfumature di grigio e il nero delle ombre. Gli edifici vengono rappresentati con un bordeaux e un cielo scuro. L’opera rappresenta l’urbanizzazione e il progresso della città, indice della crisi dell’uomo moderno.
Originalità, unicità, stupore, meraviglia, felicità, entusiasmo, desolazione, coinvolgimento, passione, rigore, fermezza, malinconia e tristezza, è così che ci si sente davanti alle creazioni dell’autore. Unisce in una sola opera, aspetti differenti con la sua tecnica del diorama. Se da una parte le architetture nelle sue foto possono aver strappato spazio alla natura, dall’altra l’hanno resa unica, trasmettendo allo spettatore la sua visione artistica personale.
Nella sezione fotografica vengono rappresentati alcuni scorci di paesaggio, dove la scelta del bianco e nero non è puramente casuale, come se si fosse fermato il tempo. L’obiettivo principe è quello di dare una rappresentazione verista e neorealista di questa meravigliosa terra che conserva a tutt’oggi un alone di emarginazione come tutte le terre del meridione. Non è facile da comprendere la terra Sarda, ma molti se ne sono innamorati: il cielo lindo e terso, le rocce corteggiate dal mare che si lasciano levigare nel tempo dalla salsedine, il mondo agropastorale che conserva leggi rigide ancorate alla terra.
Il futuro in Sardegna nonostante la fibra ottica e le macchine elettriche sembra non esistere, tutto sembra immutato ed immutabile, fermo il tempo nella natura di questa terra che si lascia amare. Il viaggio come spostamento spazio-temporale attraverso l’arte, un viaggio in questa terra Sarda ricca di meraviglie.
Dai paesaggi rurali del Supramonte al mare dei Mori alle città futuriste si impongono come inviolabili all’occhio umano suscitando nell’osservatore timore e rispetto.
I luoghi ritratti in foto e quadri sono immutati nel tempo e conservano l’impronta dell’uomo che gli ha calpestati e trasformati. È fondamentale partecipare alla rappresentazione di una terra per molti tratti avara e arida ma che sa regalare emozioni e colori che riescono ad abbracciare l’anima.
La redazione “La senti questa voce” vi consiglia di visitare la mostra per vivere il ritorno dell’arte nella nostra città.