La polvere si alza…
arriva Don Chisciotte e Sancho Panza
nella loro pseudoguerra cadono da cavallo e mettono il culo a terra
in realtà la guerra non c’era, era solamente un manipolo di ladri di primavere
le frontiere erano fioriere di pervinche e non un deserto di cactus
de gustibus sul bus e anche un operaio con il Prozac plus
volenti o nolenti erano tutti sull’attenti sorridenti e senza denti
arco e freccia di indiani e cowboy con il fucile
tutto condito da una salsa piccante indigeribile
è un punk allegro in sottofondo per un morto
storie e memorie di mondi lontani
cuori che traboccano dolori e genti piegate dal vento dominante
rideva accarezzando la Colt dentro un coffee shop
il vuoto era sempre più grande
ed è così che rimase in mutande.
La polvere si alza ma non sopporto questa stanza,
il rock di Elvis mi fa ballare, voglio uscire, fuori c’è il sole
mi riesce meglio questa danza,
ballare, cantare, fiori, parole, note, emozioni,
il vuoto poi scompare,
mutande o nudi la vita ci prende vivi e crudi.
Fare un safari tra pesci colorati e squali
senza sapere cos’è il domani
cameriere let’s go…un Campari!
Iene che ridono senza spazzolino, forse è una dentiera,
che vola via, sembra quella mongolfiera
che mi portò lontano nei miei sogni di bambino,
in quella sera che sparavo al cielo con un dito.
Chiudo gli occhi, la polvere scompare, qui o là
il mare, viaggiare quel che conta è il divenire.
Una bel confronto in rima fra eroi classici e miti contemporanei. Ben condito da ironia. Una danza appunto di parole ed emozioni. A tratti semiseria e a tratti colma di allegorie. Bravissimi!