Compagno di lacrime e di un bicchiere di vino, andiamo d’accordo come il miele con un orso Bruno,
come un pesce con l’acqua che non parla ma ascolta… ascolta il rumore della corrente e il canto delle sirene bianche.
Stiamo insieme, come nelle fiabe le fate, ritrovate in un solstizio d’estate e di nature morte.
Siamo noi i giullari di corte ma, se mai dovesse morire il sole, chi scalderà l’imperatore?
Il fuoco non scalda la nostra alabarda.
Tu, albero senza radici, con foglie che sfidano il tempo, controvento, contromano, contro tutti e tutto!
Noi, Paperino e Pluto nei cartoon, usciti dritti dritti dalla TV!
Cosa vuoi di più!?
Un amaro indigeribile per il nostro reflusso gastrico messo all’angolo da quell’orco che è la vita.
Botte da orbi nei nostri occhi con venti Spank’z, saliti su un aereo per Dirotta su Cuba.
E il buon vecchio Fidel Castro si è incazzato, in sella alla moto del Che Guevara, arrivando bestemmiando
fino all’America Latina, ingollando un altro bicchiere di vino con gassosa, persi entrambi dentro una rissa da
bar, vomitando whisky come due marines ubriachi!
Ieri, oggi e domani, in un volo freddo di areoplani, piango dentro i tuoi occhi, come una forchettata di
maccheroni!
Ehi! Fresco! Non lo so se siamo uomini!
Nei cartoni in stazione centrale, fra boccate di fumo, capelli bianchi e non più biondo grano.
Partite di poker da passare di mano, fregati da un baro.
Senza amici e senza fortuna, noi soli, a parlar con la luna.
La costellazione del cancro di Luglio è un uomo nudo, solo con la forza delle sue ossa colpite da artrosi.
Dentro a un after party da meta psicosi, con i cani fuori che sono nervosi e che soffrono, anche loro,
di scogliosi.
Con le palle che girano come una lavatrice, con rotore , fulcro e forza motrice!
In un soffio, il suono di un armonica e mille serpenti.
La terra da zappare, avida ed avara, non dà frutti.
Nelle nostre rughe nei nostri calli, c’è il segno dei tempi.
Mentre si vaga per valli e per templi, senza trovare la ragione di tutto questo Amore!
La tavola è un campo di battaglia di una guerra vinta.
Quella tovaglia sbiadita e piena di macchie di vino, sugo e caffè e nessun detersivo cancella la famiglia.
La vita non si spoglia sul ciglio di quel promontorio di paure.
Il pane, il vino, l’olio d’oliva ed il formaggio. Una vita passata a lavorare per gli altri.
Senza nessun premio se non l’onore dei tuoi figli!
Sbadigli di legno verde ed alberi che dormono, il sole tramonta tu però non puoi dormire.
Un fuoco riscalda i piedi intirizziti dal freddo e un bicchiere di vino con gassosa allunga la tua notte
fino a lì oltre il buio, dove nessuno può vedere.
Un chiacchiericcio di genti poliglotte e sento le vene incazzate battere forte.
Ho pensato tanto al Tuo dolore…ma non sono riuscito a scaldarti.
Mio Compagno di lacrime secche, che dal dolore fanno bollire le viscere.
Chissà se siamo dei Buffoni o dei Re.
Per Amore solo Amore.