E così, venerdì 4 novembre alle ore 17.30 la biblioteca di Guspini dedicata a Sergio Atzeni ha ospitato la presentazione del libro ‘’Storie da un altro mondo’’ di Davide Forte.
Giunti a destinazione si respirava una dolce aria, ci siamo seduti in mezzo al pubblico e appena abbiamo visto Davide Forte era proprio così come ce lo immaginavamo: capelli corti neri, camicia e pantaloni grigi.
Da subito animata, la serata ha visto la partecipazione di Cristiana Mameli e della dottoressa Miriam Picciau con la nostra Redazione ‘’lasentiquestavoce.it” impegnata a porre le domande. L’evento ha scatenato un’atmosfera entusiasmante che ci ha coinvolto da subito.
Questo libro è stato suggerito alla redazione un po’ di tempo fa e letto da alcuni di noi. Il libro tratta e parla di tematiche a noi care: crescita e sviluppo interiore, difficoltà a comunicare e autismo, integrazione sociale.
È un romanzo che parla anche di contesti storici e geografici a noi noti: la descrizione del villaggio dei pescatori, del quartiere Marina e della città di Cagliari che inquadrano i vari personaggi, ognuno con la propria storia. Le figure del libro sono di matrice -secondo noi- pirandelliana, che rispecchiano la società contemporanea.
Il protagonista, un giornalista, arriva a conoscere se stesso accompagnando il lettore in questo viaggio di ricerca interiore. Tra una domanda e un’altra l’autore ha proposto delle letture attraverso estratti audio accompagnati dal suono della chitarra.
Abbiamo intervistato l’autore ponendogli alcune domande da noi preparate. Riportiamo qui parte dell’intervista.
D.: Davide Forte, dove nasce l’idea di scrivere questa storia ?
R.: ‘’scrivere, per me, è un’esigenza personale, per descrivere le mie emozioni, le mie sensazioni e quello che provo[…] Nei miei tre romanzi porto avanti obiettivi diversi. In “Portrait” avevo bisogno di risolvere il rapporto con mio padre attraverso il ritorno alle mie radici, trattare il rapporto padre – figlio […] Nel libro “L’equivalente dei sogni” avevo bisogno di risolvere il mio problema con la scelta […]. Nel libro ”Storie da un altro mondo” cerco di capire, di comunicare a me stesso cosa serve per affrontare e superare situazioni complicate’’. Il tema è quello della crescita interiore che avviene attraverso le esperienze del protagonista, il giornalista Leonardo e la sua personale ricerca della verità.
D.: Dove nasce l’ispirazione nella costruzione dei personaggi?
R: Conoscere l’altro, secondo me ti aiuta a capire chi sei […] La storia raccontata dai personaggi è sempre la stessa ma passa attraverso ognuno di loro, rendendoli così diversi e così reali.
D.: C’è un messaggio che vuole lanciare parlando di autismo e/o del disagio personale di ognuno dei personaggi?
R.: Si, ognuno è un individuo con i suoi pregi e i suoi difetti. Ho scelto di inserire un ragazzo che soffre di autismo, Roberto, perché attraverso la sua maschera passi il messaggio della bellezza di un mondo dove siamo noi a doverci adattare a lui e non il contrario.
D.: Le sue origini particolari, possiamo dire doppiamente isolane, le permettono sicuramente di fare dei confronti tra i popoli, vorrebbe accennare qualcosa sulle differenze e similitudini?
R.: Non sono in grado di rispondere a questa domanda perché ho vissuto i primi due anni di vita a Milano. Conosco la Sicilia dai racconti di mio nonno. Ho inserito il personaggio di Vincenzo per omaggiarlo, un personaggio che lascia un ricordo bellissimo alle persone che l’hanno conosciuto.
D.: Nei suoi libri ritroviamo spesso la città di Cagliari. Possiamo sapere quale è il suo rapporto con la città?
R.: Ad oggi il mio rapporto con la città è molto bello. È una città che ha molto da offrire e tante storie da raccontare. Quando ero studente però non riuscii a capirla ed innamorarmene.
D.: La sensazione è che questi cinque giorni vissuti da Leonardo in Sardegna, sembrino molti di più. Infatti, egli è cresciuto in modo esponenziale. È una nostra impressione come lettori o una ferma intenzione dell’autore?
R.: È una mia ferma intenzione. Il protagonista Leonardo si rende conto che deve affrontare il suo passato nel frattempo che la storia scorre, rapportandosi con gli altri personaggi si rende conto che è arrivato il momento di affrontare il suo lutto che l’ha portato lontano dalla Sardegna.
D.: Nella lettura del libro, la sensibilità di Blu, descritto nel capitolo “Maestra Romana”, sembra avere dei punti in comune con l’autismo di Roberto. Infatti ci è sembrato che fossero entrambi autistici ma non è così. Ha voluto mettere in difficoltà il lettore?
R.: Vi ringrazio per la domanda. Nella lettura del libro vi siete resi conto di qual è il ruolo di Blu: è quello di annullare le differenze, di far emergere la personalità degli altri. Nel capitolo di “Maestra Romana”, Blu mette da parte se stesso perché vuole che il fratello Roberto, che soffre di autismo, faccia le stesse cose che fa lui, impari come lui dandogli quelle possibilità che altrimenti non avrebbe avuto.
D.: Il vissuto di disagio dell’infanzia di Blu (che poi si fidanzerà con una psicologa) non pregiudica il suo futuro inserimento nella società, arriverà infatti ad occuparsi di problematiche sull’autismo. Perché affrontare questo tema solo nel finale del romanzo?
R.: È una scelta stilistica, ho voluto far emergere attraverso le parole dei vari personaggi la trama principale e far comprendere al lettore le caratteristiche dei protagonisti lasciando solo alla fine lo spazio ai due per raccontarsi in prima persona.
D.: Leonardo alla fine metterà la sveglia e ripartirà per la Francia oppure no?
R.: Non so se posso rispondere a questa domanda perché è proprio la fine del libro. Ho voluto fare in modo che ogni lettore si raccontasse la sua storia. Sono sicuro che alla fine ognuno avrà scritto un finale, un articolo, una storia d’amore diversa.
D.: Quale sarà infine la vera storia che Leonardo riporterà alla redazione del suo giornale? La storia dell’omicidio di Gaetano o la trasformazione e riscatto di Blu?
R.: Non posso rispondere neanche a questa domanda, ma una cosa la posso dire: secondo me nella testa del giornalista c’è l’idea di scrivere un altro libro!
Ringraziamo Davide Forte per la sua collaborazione.