Sono orgogliosi di farsi conoscere gli utenti della Psichiatria che hanno animato l’Open Day di Primavera, organizzato lo scorso 30 marzo a Marina Piccola. Una giornata per sollevare il velo dello stigma e mostrare, attraverso attività e progetti, che la salute mentale non è “un lato oscuro”, ma un’area in cui ci sono persone capaci di dare il loro contributo. Gli oltre cento visitatori che hanno partecipato alla giornata di festa e condivisione hanno potuto ammirare gli oggetti realizzati nei laboratori, attività pratiche e creative che sono momenti centrali del percorso di cura, studiati dal servizio riabilitativo per ogni paziente. Così sotto un lungo pergolato erano in bella mostra vasi, piatti e ciotole di ceramica colorata, shopper, elastici per capelli, cassette e appendi abiti in legno prodotti dagli utenti. Tra le novità spiccavano per bellezza e colore le aiuole di tulipani, risultato del laboratorio di floricoltura, recente conquista del Centro diurno di Marina Piccola. A due passi dal mare dà il benvenuto ai visitatori un caleidoscopio di sfumature che illuminano gli occhi e che raccontano come vogliono farsi vedere gli utenti dei centri diurni, mostrarsi al mondo, senza maschere, nel ritorno alla vita. «Qualsiasi persona, anche quella più lungamente istituzionalizzata, ha delle potenzialità per riprendere in mano la propria vita. Come un cittadino normale, se normale è la parola giusta», ha spiegato la dottoressa Irma Dessì, responsabile del servizio di riabilitazione psichiatrica. La giornata del 30 marzo è uno degli eventi organizzati dal Servizio di Riabilitazione psichiatrica e punta a promuovere e portare avanti la battaglia contro lo stigma e i troppi pregiudizi che riguardano la salute mentale. Gli Open day sono una delle vetrine più colorate dei Centri diurni, strutture dal solido impianto scientifico che si declina nelle varie attività tutte basate sul “fare assieme”. «L’equipe dei lavoratori e degli educatori, psicologi, psichiatri seguono un progetto per ciascun paziente, quindi ci sono trimestralmente delle discussioni su come sta andando il lavoro del paziente e ogni quattro mesi su quelli che sono gli obiettivi dell’attività specifica, quindi sono visti attraverso delle schede e di format ed entrano nel vero e proprio progetto di cura», ha evidenziato la dottoressa Dessì. Dietro l’Open day c’è dunque il lavoro quotidiano di operatori e utenti per recuperare e sviluppare abilità nonostante le difficoltà che si possono frapporre all’obiettivo dell’equilibrio psico-fisico.