Cosa si dicono gli innamorati?
Fra Neruda ed Herman Hesse,
fra verbo e carne sulle labbra,
sull’orlo di un bicchiere di vino,
sotto lenzuola di satin nere;
nei mattini di inverno, con i fumetti che escono dalla loro bocca a scaldare il mondo
in un giorno di pioggia senza ombrello fradici di sogni.
L’amore cortese di un cuore gentile dove alberga sempre Amor,
sospesi fra il pudore ed il rossore.
Passione e carnalità senza tempo,
maledetti da Venere e streghe borghesi
lì sul tetto del mondo fatto di baci francesi,
coccolati dalle nuvole su un volo aereo per Parigi;
nei pigri pomeriggi di primavera in un cielo di rondini
il cuore cardiopatico l’uno per l’altro.
Nessuno non esiste nessuno,
il frigo è pieno
il telefono è volato giù dal quarto piano.
Tremare dalla paura sfiorando la natura
cadere, cadere, in amore
fino a quando manca l’aria.
Le ali d’Icaro nel vincolo dell’anima,
forze ultraterrene calamite di cuori
rose e coca cola di chi s’innamora
lasciano il mondo alla sua corsa,
microcosmi imperiali di chi ha le ali.