In una calda mattina d’estate ai piedi del Bastione St. Remy, la nostra redazione web lasentiquestavoce ha visitato una mostra fotografica di Tim Davis dal titolo “Hallucinations” presso la Fondazione Sardegna.
Il nome può indurre in errore, potrebbe far pensare ad un mondo surreale, alle allucinazioni dei fumatori di oppio od a quelle degli sciamani andini; niente di ciò, oppio e peyote non entrano nella visione artistica del fotografo, le foto sono state scattate in una terra atavica ed ancestrale che non ha fine e non può avere fine, la Sardegna.
Lo spot che accoglie Tim Davis e la sua macchina fotografica è una delle isole più belle del mondo, dove troviamo radicato come in altri paesi il surrealismo magico dei romanzi Sud-Americani e le vene aperte della sua gente.
Scatti preziosi e rari che assumono un connotato di denuncia sociale ed una forte presa di coscienza, una visione critica ed un luogo comune, cose dell’altro mondo.
I soggetti sono vari e presi dalla quotidianità della realtà sarda e delle sue vedute, dallo scorcio di un borgo con le ragazze del paese ai palloni abbandonati sulla strada, dalle campagne arse dal sole di giorno e rischiarate da un falò la notte, dagli ampi orizzonti liberi agli interni arredati, l’immancabile mare e la gente comune del luogo, semplice e fiera.
Foto che talvolta sembrano altro, dipinti da un artista d’altri tempi, come l’immagine in copertina dell’ uomo che si tuffa nel mare smeraldo, le onde che sembrano non reali ma spennellate da un pittore impressionista, la testa immersa nell’ acqua che sembra mancante, non senza lasciare una leggera inquietudine nell’illusione. Perché come ha lasciato detto l’autore dei 60 scatti che si possono ammirare nella mostra “tutto ciò che la fotocamera vede è un’allucinazione, che sovrascrive e supera tutto ciò che è venuto prima” – Tim Davis.