Il Palazzo di Città ospita la mostra che prende il nome di “Memoria e Visioni: l’arte in Sardegna nelle collezioni civiche”. È possibile visitarla a Cagliari fino al 18 maggio 2025 e ha come scopo quello di valorizzare il patrimonio degli artisti sardi.
La location si può raggiungere a piedi percorrendo le vie del quartiere Castello, dopo la salita che mette a dura prova gambe e fiato, si apre il sipario della contemporanea.
La mostra d’arte è suddivisa in diverse sezioni le quali si articolano con temi diversi (paesaggi, natura morta, ritratti sia femminili che maschili).
La visita si snoda fra dipinti ed opere che raccontano storie e colori le imprimendosi negli occhi dell’osservatore. Come tutte le opere d’arte le emozioni sono di natura soggettiva e aprono spazi e orizzonti differenti.
La presenza delle descrizioni in ogni sala introduce i visitatori in un’esperienza interattiva. Tra le opere più pregevoli è presente “Il Sole”, una dinamica scultura di Giò Pomodoro. Raffigura l’astro, non con la classica
figura dorata ma, al contrario, lasciando uno spazio vuoto al centro, con i raggi solari realizzati con un contorno in marmo nero che danno l’impressione di roteare.
In una delle sale a tema, in evidenza si trova l’artista Italo Antico con il suo “Inox”. Un’opera che rientra nella corrente dell’Astrazione, la percezione agli occhi dei visitatori è quella di una montagna rocciosa.
Diversi sono i ritratti, sia femminili che maschili, particolare è quello di una donna anziana seduta sull’uscio di casa vestita con un abito tradizionale sardo.
Pregevole in modo singolare, la scultura in legno di ulivo del grande Pinuccio Sciola, che ritrae, a mezzo busto, una madre con in seno suo figlio.
Più oltre è visibile il “Tramonto, paesaggio lagunare”, un cartone colorato a pastello realizzato da Maury Anton Ettore, un artista novecentesco di canonica formazione ottocentesca.
La nostra redazione vi invita a visitare la mostra di questo collettivo di artisti; opere che sono state rispolverate dal dimenticatoio e dall’oblio per dare luce alla loro memoria culturale.