A cura della redazione web. Vogliamo ricordare, anche in questo reportage che descrive le nostre attività, ancora la repressione fisica e la guerra psicologica scatenata dalla pandemia. La stiamo sostenendo, intrappolati in casa in questi oltre dodici mesi che ci hanno levato il sorriso, almeno non definitivamente. Dopo il primo lockdown siamo rientrati in scia, abbiamo ripreso ad urlare alla vita; nel Centro diurno di Marina Piccola che, ci abbraccia e ci coccola fra fiori e piante ortive e ci fa restare meno soli.
La battaglia delle mascherine e di tutte le misure cautelari, è diventata una battaglia di cuore; non possiamo stringerci la mano, ma siamo qui sul fronte della Sella del Diavolo a ribellarci ai nostri limiti e a ripeterci: passerà, passerà anche questo alito di morte!
Il Centro diurno di Marina Piccola è a due passi dal mare, soffia una leggera brezza di maestrale da nord – ovest, vento predominante in Sardegna, che piega le querce e forgia il carattere di noi isolani. Urlare al vento le nostre paure e sentirne l’eco è un pò come guardarsi allo specchio con una faccia spettinata e pensare: nonostante tutto ce la sto facendo!
Sono mattinate meravigliose quelle passate all’orto – giardino del Centro diurno. Noi della redazione web del Centro diurno di Selargius siamo andati a intervistare chi si impegna a rendere questo orto una specie di Paradiso. C’è una forma di sinergia ed empatia tra le persone che si dedicano a questo lavoro verde. <<…ci si trova bene!>> racconta qualcuno.
Un altro utente nel frattempo mette a disposizione l’esperienza del falegname, un tempo il suo mestiere, per poter esprimersi e coinvolgere anche gli altri con il suo lavoro. Ognuno mette in opera a disposizione la sua arte.
Circondati da tulipani ed altri fiori coloratissimi, ci rendiamo conto che quando si ama la natura, essa stessa ci ricompensa. E a volte, anche quando la natura ci fa sentire la sua voce nel vento o il suo pianto nella pioggia, questi ragazzi, ovvero noi, non demordono, noi non demordiamo… e si riprende l’attività…il lavoro, andando avanti…
Nonostante covid 19… …virus…varianti…tamponi e vaccini, in Sardegna c’è un’isola felice dentro all’isola felice, si chiama Centro diurno Marina Piccola. Si trovano tante cose in questo Centro che è il vero mare meraviglioso, situato proprio sotto alla Sella del Diavolo. Il Centro diurno, fra i muraglioni del porticciolo e i pescherecci, fra la spiaggia e le barche dei benestanti, è situato in una posizione, che attira certamente turisti, sportivi ed artisti. L’aria è fresca e frizzante ed è una cura soprattutto per noi utenti del Dipartimento di salute mentale. Ne usufruiamo in termini di cura e di riabilitazione. Quando si sta lì per tutta la mattina e il pomeriggio, l’umore cambia ed anche quelli fra noi più in difficoltà, trovano motivo di sfogo e raccolgono benessere.
Nel Centro si svolgono diverse attività, l’ortocoltura, la falegnameria ed anche i laboratori di ceramica e mosaico. Questa specie di ombelico del mondo ospita persone inserite in programmi di riabilitazione psichiatrica, persone con storie diverse ma un unico obiettivo: stare bene! Stare meglio!
L’esperienza dell’orto – giardino nasce da un progetto elaborato dal Servizio di Riabilitazione del Dipartimento Salute Mentale di Cagliari in favore di persone in carico al dipartimento stesso che possono usufruire di questo strumento. Il lavoro nell’orto giardino è in continua evoluzione, nasce una sinergia con il laboratorio di piccola falegnameria grazie alla quale vengono costruiti gli accessori necessari a contenere le piante e i fiori. L’orto – giardino offre spazi coltivati, fioriti oppure con ortaggi o piante che regalano un’immagine di bellezza; profumi e colori.
Di seguito riportiamo la nostra intervista agli utenti inseriti nel progetto e agli operatori di riferimento.
- Chi ha avuto l’idea di questo progetto?
<< Il progetto è stato ideato diversi anni fa dal Servizio di Riabilitazione Psichiatrica che ha verificato l’efficacia del lavoro nel verde sulla salute mentale degli utenti. Successivamente il progetto è stato articolato in fasi con obiettivi strutturati e declinazioni pratico-manuali, quali: la preparazione del terreno attraverso il dissodamento della zolla di lavorazione, l’eliminazione delle erbe infestanti, la vangatura e la fresatura, l’orto giardino ora si prepara ad accogliere le colture ortive e floreali. E’ un vero e proprio laboratorio coadiuvato da un attività correlata definita orto – light che si occupa della preparazione di semenzai, metodi di propagazione: in particolare :il taleaggio, la differenziazione e classificazione di piante e fiori che si trasferiranno in tabelle illustrative poste all’interno del giardino>>.
- Come è nato questo amore per la natura?
<< Sicuramente l’interesse per la natura è condiviso, l’avevamo già dentro probabilmente! L’idea di stare a contatto con i profumi, i colori, la luce, il sole. Anche nei momenti difficili come il maltempo, noi lavoriamo…con la pioggia, col vento e con le nuvole. E’ una missione lavorativa. Forse prendersi cura di una pianta come ci prendiamo cura di noi stessi è una metafora della vita che questo lavoro può offrire>>.
- Quante persone lavorano a questa esperienza?
<< Il gruppo è composto da un numero di 10/12 persone che in questa fase pandemica frequentano rispettando i limiti numerici imposti dalla contingentazione per arginare la diffusione della pandemia>>.
- In questo periodo difficile avete avuto difficoltà a lavorare in questa attività?
<< Diciamo che è stato un anno difficile, l’anno scorso avevamo iniziato un lavoro che poi abbiamo dovuto interrompere per via della chiusura delle strutture. Da marzo fino a giugno, quando le attività sono state riaperte, il Centro diurno ha ripreso vita con le persone che già frequentavano, è stato difficile, ancora lo è, sarebbe certo bellissimo se i gruppi potessero essere più numerosi, il lavoro c’è per tante persone e l’opportunità di avere spazi di riabilitazione per altri che hanno dei bisogni, sarebbe sempre un aspetto importante per l’azienda sanitaria >>.
- Quali sono le coltivazioni attuali e in cosa si differenziano rispetto al passato?
Rispondono utenti ed operatori: <<…attualmente si sta cercando di privilegiare l’aspetto lavorativo, abbiamo, spesso, nei nostri semenzai nuove produzioni di fiori, questo è stato possibile perché precedentemente il terreno è stato preparato alla semina delle diverse colture con delle tecniche colturali. Abbiamo sperimentato il possibile per sviluppare anche le coltivazioni precedenti le quali, in questo periodo, vertono su piante ortive quindi, vengono allestiti dei semenzai di pomodori e di melanzane perché diventino piante disponibili per la stagione primavera – estate>>.
- Come ci si trova a fare questo lavoro?
Una utente partecipante, oggi al suo primo giorno della fase che vede il trapianto delle piantine di basilico, ci dice di trovarsi bene nel Centro: <<…mi sento accolta da questa oasi verde a due passi dal mare e dai raggi del sole delle persone che lo frequentano…>>.
- Cosa ti ha portato a fare questa attività?
Un altro utente partecipante, con una pregressa grande passione per la natura risponde:
<<… soprattutto per la natura in questo meraviglioso posto…la vicinanza del mare…la coltivazione … vedere la nascita del seme, poi la presenza di altre persone con le quali si collabora e si condividono le diverse fasi lavorative come, ad esempio, la preparazione del terreno rispettando ciò che si era programmato nel progetto… la cura delle colture porta in seno il rispetto del tempo, dei tempi della natura, così ci aiuta a rapportarsi ad essa e a noi stessi >>. Parla con passione, la sua maturità tecnica agraria, in questo ambito, è un grande supporto oltre che una soddisfazione che può trovare applicazione pratica.
- Quante ore vengono dedicate all’attività?
<<…la nostra attività si svolge generalmente la mattina. Si inizia alle 9 e si finisce intorno alle 12:30, in queste ore lavoriamo su più fronti: ci occupiamo della cura dei cassoni orto floreali, dell’orto biologico sinergico, del controllo delle infestanti, della cura dei semenzai e delle annaffiature di quelle porzioni d’orto non coperte dall’impianto irriguo centralizzato. Ci prendiamo cura di eliminare i parassiti, impostando un agricoltura di metodo e stampo biologico che ben si adatta a questo micro – ambiente, cullato e coccolato dalla brezza marina >>.
- Quali sono le sensazioni che rimangono dopo la giornata di attività?
<<…la giornata scorre del tutto diversa rispetto agli altri giorni, lo scopo è quello di immergersi nella natura, stare a contatto con essa e con la gente che partecipa e quindi, beneficiare di uno stato d’animo che, dopo l’attività, appare sempre rinnovato >>.
Al Centro diurno di Marina Piccola quindi ogni giorno più persone sperimentano la terra, la solcano…l’acqua farà germinare il seme…le mani spiegano le forze secondo una segreta armonia che la natura sa offrire. Poi, si attende, dopo la fatica, il tempo della raccolta del benessere!
L’intervista finisce qui. Si ringraziano tutti i partecipanti per la loro collaborazione.