“La teatro-terapia è un modo per far uscire le persone con disabilità psichica dall’isolamento” – spiega Dario D’Ambrosi, attore e regista milanese, classe 1958. L’artista non è estraneo all’argomento, avendo trascorso tre mesi in un istituto psichiatrico meneghino, il Paolo Pini, negli Anni ’70, prima della Legge Basaglia, quando aveva appena 19 anni. Un’esperienza da cui ha appreso molto. “Non era come adesso che ci sono molti psicofarmaci, all’epoca ce n’erano pochi e le patologie innumerevoli, per questo le reazioni fisiche e mentali erano anche violente negli istituti” – racconta. Il 13 maggio 1978 entrò in vigore la Legge 180, più nota con il nome del suo ispiratore, lo psichiatra Franco Basaglia, che rivoluzionò la cura dei disturbi psichici, chiudendo i manicomi e regolando il trattamento sanitario obbligatorio. Da allora D’Ambrosi cominciò la sua carriera artistica nel segno della salute mentale, scrivendo opere teatrali sul tema. Non è stato facile. Nessun teatro infatti era disposto a metterle in scena. Fu così che appena due anni dopo l’autore prese la decisione fondamentale per la sua carriera, lasciare l’Italia e tentare la fortuna in America, dove incontrò Ellen Stewart, fondatrice del teatro Cafè La MaMa di New York, che decise di produrre i suoi lavori. D’Ambrosi ebbe così il suo successo e divenne uno dei principali artisti d’avanguardia italiani: diretto da Sergio Castellitto e Alex Infascelli in Italia e da Mel Gibson in America, per il quale interpretò il ruolo del flagellatore ne La Passione di Cristo. Nel corso della sua carriera di sceneggiatore, regista e attore ha collaborato con diversi ragazzi che soffrivano di problemi mentali ed è riuscito a far scavalcare loro la barriera del disagio, consacrandoli come veri attori; uno di questi è Filippo Timi, il quale è riuscito a diventare un attore professionista. Il 9 settembre uscirà nelle sale il suo ultimo film “Io sono un po’ matto, e tu?’’, con un cast di primo piano, tra cui Raoul Bova e Claudia Gerini, i cui ricavi saranno interamente devoluti alla ricerca scientifica nelle neuroscienze.