La cella è umida, il freddo entra nelle ossa che sono lì lì per spezzarsi, sgrano gli occhi sul soffitto tinto di bianco con la muffa che disegna nubi di dolore, chissà dove è il sole !?
Faccio fatica a raccogliere le forze steso su questa branda, faccio fatica a raccogliere chi sono; la notte non prendo sonno senza farmaci, la mattina mi sveglio stanco e depresso cerco un motivo per lottare per alzarmi dal letto, sei passi avanti sei passi indietro, devo farmi forza con i meglio ricordi, non so perché sono dentro, mi accusano, mi puntano il dito, per loro sono un terrorista che ha tradito la patria, cerco libertà solo libertà.
Mamma, Papà non ce la faccio più, il tempo non vuole passare ho gli occhi che traboccano di lacrime e dolore da un istante all’altro potrei morire, sento che tutto sta per accadere, è un altro attacco di panico che fa tremare il corpo, le mani sudaticce e la bocca impastata di ruggine, nemmeno una goccia di saliva niente. Qui disteso in una branda il giorno ha da passà… sei passi in dietro sei passi avanti è la distanza da coprire è lo spazio della cella che puzza di paura ed angoscia, io chiuso nel mio processo kafkiano sono qui che mi domando…. Cosa sarà dei miei giorni, ora che non sono più padrone di essi … Egitto terra mia perché mi lasci solo…sono Patrick, Patrick l’innocente….
Ma chi è Patrick Zaki?
Patrick è uno studente e ricercatore egiziano all’università di Bologna, impegnato in particolar modo sulla questione dei diritti umani. Circa un anno fa, tornando a casa per una visita ai suoi parenti, il 7 febbraio 2020, è stato arrestato all’aeroporto del Il Cairo in Egitto non appena sbarcato poi incarcerato e probabilmente torturato con l’accusa di propaganda sovversiva. Ad oggi, nel mondo, sono tanti i Paesi, le organizzazioni e le persone che si sono movimentate per lui, nel nostro piccolo vogliamo far sentire la nostra voce per unirci agli appelli per la sua liberazione affinchè Patrick venga scarcerato e faccia ritorno a studiare nel nostro paese.