L’argilla plasmata in emozioni e sogni contro ansie e paure. Questo è l’obiettivo del corso di ceramica organizzato dal centro diurno di Marina piccola che oltre a creare vasi multicolori, acchiappasogni e piatti decorati ha prodotto amicizia, benessere e salute mentale.
Le lezioni si alternano tra teoria e pratica: si comincia con disegno geometrico e di prospettiva, elementi che poi vanno utilizzati per dare forma all’ oggetto che si desidera ottenere. Grande interesse ha suscitato il tornio, ogni allievo si è cimentato nel plasmare, da una palla di argilla, un manufatto di forma cilindrica; un vaso, un bicchiere. E prevale non tanto la perfezione quanto l’emozione di vedere l’argilla che cresce e prende vita tra le mani, mentre il piatto del tornio gira. Serena, la docente del corso- organizzato da maggio a settembre dal Servizio Riabilitazione della ASSL di Cagliari e dal Centro provinciale istruzione adulti- sottolinea: «L’utilizzo del tornio ha creato un rapporto tra maestro e allievo di interazione diretta, perché si lavora a quattro mani, seduti fianco a fianco a plasmare insieme».
Al gruppo storico del centro di Marina piccola si sono uniti altri allievi che subito si sono trovati a proprio agio, allargando il cerchio di amicizia con empatia. D’altronde la voglia di imparare e approfondire le conoscenze nel mondo della ceramica sono state un collante eccezionale. Merito anche dell’insegnante che da subito, con competenza ed esperienza ha saputo creare un gruppo affiatato. Lo conferma Daniele:«Non avevo mai lavorato la ceramica, ho dato sfogo alla mia fantasia perfezionando le tecniche sempre più impegnative. Ho conosciuto persone nuove, ho imparato a conoscerle e sono riuscito socializzare e interagire più facilmente».
L’emozione che si prova nel lavorare l’argilla è indescrivibile, si concretizza un pensiero, un’idea, un sogno e se vogliamo anche un incubo, una paura, l’ansia che sta dentro di noi viene fuori come per esorcizzarla ed una volta plasmata nell’argilla controllarla. Si possono creare gli oggetti più disparati: dai classici piatti che decorano le nostre tavole, ai vasi di ogni tipo e forma; dalle classiche “calamite” da tenere sulla parete del frigorifero agli “scacciaspiriti” da appendere sulla porta della camera. Fino ad arrivare ad oggetti più complessi che rappresentano l’emozione o semplicemente ciò che chi lo ha plasmato desidera esplicitare. Come gli oggetti decorativi: un dado da gioco che rappresenta l’incognita del futuro della vita, non conosci che numero uscirà, che destino si avrà. (Curiosità che rende particolare il dado, vengono posizionati sulle facce del cubo, al posto dei soliti puntini che rappresentano i numeri, dei pesci stilizzati, simbolo di rinascita e che sono il simbolo identificativo di tutti gli oggetti creati dal gruppo di ceramica del centro diurno di Marina Piccola). L’elenco di ciò che si può creare in questa forma d’arte è davvero infinito, come infinita è la fantasia dell’artigiano/artista che si cimenta nella lavorazione dell’argilla.
Certamente il talento, l’estro, la creatività e la genialità non si imparano in un corso ma sono innate in noi; le competenze tecniche invece necessitano di insegnamenti. Il mondo della ceramica è talmente vasto per cui il corso sarebbe dovuto essere più lungo per acquisire più competenze e nuove tecniche di sperimentazione. Le ore sono volate via in un clima di entusiasmo, senza che si creasse divario tra chi aveva un po’ più di esperienza e chi era la prima volta che metteva le mani in pasta.