Di Maia
Signora Graziella, classe 1932, ha viaggiato tanto. Rimasta vedova nel 2004, ora vive sola e ha due figli e tre nipoti.
Le chiedo come sta: “Ho 84 anni, mi riprendo in mano la vita, dopo che sono caduta e mi sono rotta un femore cammino con un bastone”.
Mi parli dei suoi viaggi: “Quarant’anni fa ho iniziato a viaggiare con i pellegrinaggi, poi ho fatto viaggi turistici e culturali, crociere. Ho visitato paesi con usi e costumi diversi e cucina locale”.
Cosa le è rimasto più impresso? “Fui invitata come imprenditrice con otto donne sarde e vidi il muro di Berlino. Lì ho capito che il mondo non è bello per tutti: miseria, gente che piangeva. Poi a Praga: era proibito inginocchiarsi per pregare, c’era la cortina di ferro. La chiesa del Bambino era l’unica aperta ma come un museo, non al culto religioso”.
E poi? “In Bulgaria, a Sofia, una cosa bella era il museo delle icone antiche, tutte in oro vero. Ad Ateneho visto l’acropoli e la chiesa di Santa Rosa. A Parigi la Cattedrale di Notre Dame. Poi i santuari di Francia e Spagna e le moschee in Turchia”.
Con chi partiva?“Partivo con un’amica e con compagni di avventure. Nei viaggi o si è amiche o non lo si è per niente, cioè si divide tutto nel bene e nel male.Dopo ho viaggiato con mio marito”.
Mi racconti un aneddoto: “Nell’albergo ci avevano dato una stamberga. Allora io sono scesa come una furia per lamentarmi con la direttrice: Mi ridia indietro i soldi! Immediatamente mi diede delle stanze migliori, scambiandole con quelle promesse a dei milanesi”.
Un altro? “A Madrid eravamo sulla Gran Via. All’una di notte, pieno di gente, a mio marito gli buttano davanti dei piccoli animali di gomma. Si inchina per vedere che cosa fossero, uno dei ladri gli infila la mano in tasca. Il portafoglio per fortuna era dentro i pantaloni chiuso con uno spillone. Io mi accorgo di tutto, prendo la borsa e ai ladri comincio a dargliene di santa ragione, facendoli scappare a gambe levate”.
Signora Graziella, alla fine cosa si porta a casa dopo questi viaggi? “Il bello dei viaggi è che ti fai una cultura e impari l’arte. Ti ritrovi in un’altra parte del mondo, ma soprattutto ti consentono a conoscere nuovi popoli, che ti spingono a confrontarti con te stesso e ad allargare la tua mentalità”.