di Angel I percorsi riabilitativi dei sofferenti psichici autori di reato sono caratterizzati da una grande complessità per quanto attiene gli aspetti cura e trattamento. Per questa ragione all’evento di Marina Piccola del 22 febbraio, il nono appartenente al ciclo di incontri intorno alla tematica della riabilitazione psichiatrica, hanno partecipato tutte le agenzie territoriali del settore: Magistratura, Tribunale di Cagliari, Servizio Psichiatrico Forense e Psichiatria carceraria.
Alla premessa del dottor Alberto Santoru ha fatto seguito l’intervento della dottoressa Ornano, magistrato presso il Tribunale di Cagliari. “Il reato è sempre e comunque un evento traumatico per tutta la comunità sociale”ha spiegato,“in quanto viene a ledere le relazioni che ne sono alla base. Come infatti si legge nell’articolo 24 della Costituzione Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari”.
Alla luce di tutto ciò, è necessario approntare una serie di misure necessarie a ristabilire l’equilibrio sociale venuto a mancare con il compimento del reato. “Ovviamente, l’intervento delle autorità preposte comprende sia una componente afflittiva che una componente educativa”, ha spiegato il magistrato.
“Il procedimento, per sua natura interdisciplinare, è costituito da varie fasi: fase processuale, fase riabilitativa e di re-inserimento. Si può affermare con certezza che non esiste automatismo necessario tra l’essere portatori di una sofferenza mentale e la probabilità di compiere un reato, sia esso di lieve entità quale la resistenza ad un pubblico ufficiale, o sia esso grave quale la lesione verso una persona nel tentato omicidio e nell’omicidio”, ha proseguito. “Esistono, è vero, delle perizie che possono contare su un insieme di dati e indizi certi, ma spesso il procedimento è lungo”.
Per il dottor Papoff “ancora oggi l’ingresso del reo sofferente psichico nelle Rems, ovvero le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza che hanno preso il posto degli ospedali psichiatrici giudiziari, ormai chiusi in tutt’Italia, è preceduto da attenta valutazione. Sono gli operatori medici psichiatri che stabiliscono se esiste una compromissione psichica nel reato”.
“Attualmente le Rems sono strutture che tendono a raggiungere il doppio obiettivo di esecuzione della misura di sicurezza e la partecipazione ai percorsi riabilitativi”, ha spiegato il dottor Curreli direttore della Rems di Capoterra.
Interrogativo legittimo è pure quello del dottor Gianpaolo Pintor su quale tipo di compromissione esista nella persona con sofferenza mentale nel compimento di un reato.
Forse per attenerci a una realtà complessa dobbiamo pensare alle Rems come strutture ispirate ai più moderni criteri di riabilitazione bio-psico-sociale, sebbene istituzioni che stanno ancora lavorando allo sviluppo di un reale equilibrio tra aspetti afflittivi ed educativi.
Guarda il video degli interventi del Magistrato C. Ornano
e dello Psichiatra Forense G. Pintor: https://youtu.be/0yeVh3cJX6o
Guarda i video degli interventi del Magistrato Cristina Ornano:
Guarda il video dell’intervento dello Psichiatra Matteo Papoff: https://youtu.be/uRApgiIMMS4
Guarda il video del Dott. Curreli: https://youtu.be/acBApBij7wY
Guarda il video dell’intervento della Dott.ssa Graziella Caboi: https://youtu.be/8s2TQ94RybA
Guarda il video sui REMS: https://youtu.be/0qEGWVSj_KM
Guarda il video dell’intervento del Dott. Augusto Contu: https://youtu.be/mIHg0cmonoY
Guarda L’intervista al Magistrato Cristina Ornano: https://youtu.be/m5gYesXwTu0
Guarda l’intervista allo Psichiatra Matteo Papoff: https://youtu.be/M1suiHh3CXg