Di Angel.
La tavola rotonda del 31 maggio ha rappresentato l’ultimo degli incontri tematici di integrazione e di rete che si sono svolti nei Centri Diurni Dipartimentali. Questo evento si è svolto nell’accogliente Centro Diurno di Selargius ed è stato il quindicesimo prima dell’evento finale previsto per il 21 giugno nella cornice del Centro Diurno di Marina Piccola.
La tavola rotonda si è aperta con l’intervento del dottor Santoru: “in occasione dell’evento finale verrà presentato un progetto che sarà finanziato coi fondi europei per riabilitare le persone con sofferenza mentale affinché si realizzi l’inclusione socio-lavorativa”.
La tavola rotonda è stata preceduta da un video con i momenti salienti della serie di incontri di integrazione e di rete, un sunto di concetti tra cui la condivisione delle esperienze, la comunità allargata e la cultura dell’appartenenza, la psicoterapia di gruppo, l’arte come attività che non giudica, il sostegno alle autonomie riabilitative, l’abitare condiviso, i percorsi riabilitativi in un contesto lavorativo, la riabilitazione per le persone con sofferenza psichica che hanno commesso reato, la creazione di un giornale web… Le emozioni suscitate dalla visione di tante immagini hanno stimolato le persone presenti a dibattere su alcuni problemi, primo tra tutti le autonomie abitative e l’inclusione socio-lavorativa.
Premessa utile a tale dibattito è stata la convinzione che la riabilitazione, alla luce di tutto ciò, non può considerarsi un optional, ma è un diritto-dovere di ogni cittadino.
“Non ho avuto la fortuna di seguire tutti gli incontri, pur tuttavia ho ricavato utili informazioni e sono venuto a conoscenza di terapie a me non ancora note”, ha spiegato una persona del pubblico.
Nei vari interventi che sono seguiti, si sono distinte le testimonianze di alcune utenti dei percorsi riabilitativi, rispettivamente dell’attività redazionale e del teatro-terapia.
“Dopo varie esperienze e ricerche sento di essere nella via giusta per potermi esprimere” ha detto Cristina, mentre Simona ha aggiunto: “Provengo dal Centro Salute Mentale di Quartu Sant’Elena, ho partecipato alle attività di teatro-terapia ed è stato assolutamente interessante”. Per Angela “l’attività redazionale mi ha consentito l’avvicinamento alle tecniche del giornalismo di base ed ad avere contatti con le persone del settore”, mentre secondo Annalisa “lo spettacolo teatrale che ha avuto un certo successo, e le varie attività sull’arte delle emozioni mediante la modellazione della ceramica e le serate del gruppo Conto alla Rovescia mi hanno gratificato”.
Inoltre, sono stati raccolti vari pareri di persone del settore sanitario che si sono così espresse: “La partecipazione a questi incontri è stata veramente molto utile per conoscere le attività di riabilitazione poste in essere dal dipartimento e le risorse che l’Asl mette a disposizione del territorio”.
È stato inoltre rilevato dalle stesse persone intervenute che le agevolazioni economiche molto spesso scarseggiano e spesso se non sono adeguatamente organizzate non risultano sufficienti a soddisfare le esigenze delle autonomie abitative. Infatti, per una conquista dell’autonomia personale che sia piena e soddisfacente non possiamo eludere determinate problematiche che sono sicuramente un passo in avanti nel processo riabilitativo.
“Il sostegno economico dato dal comune molto spesso non dura sempre” ha spiegato un’operatrice, “e per questo occorre un incontro tra le varie parti interessate al progetto dell’autonomia abitativa affinché si diano reciproco sostegno”.
“Il problema dell’affitto non deve essere lasciato al Comune” ha spiegato Antonello, un operatore, “bensì bisogna ricorrere agli amministratori di sostegno per la gestione degli assegni e degli appartamenti. È quindi l’amministratore di sostegno che si incarica di trovare la casa e di stipulare un contratto con l’amministrato-utente”. C’è poi chi suggerisce che anche le entrate della legge n. 20 debbano essere amministrate a tal fine.
Grazie poi alla testimonianza di un padre che dichiara di aver incontrato forti difficoltà e incomprensioni durante il processo riabilitativo e di essersi adoperato per migliorare la situazione generale, è stato introdotto nel dibattito la problematica degli inserimenti lavorativi: “Ho fatto quattro inserimenti lavorativi e alla fine i risultati sono stati ottimi”.
Anche Fabrizio, della redazione web, si è pronunciato a favore della questione lavorativa: “Secondo me la persona con sofferenza psichica dovrebbe ricevere una adeguata formazione per assumersi un impegno lavorativo con una retribuzione di base sufficiente per poter curare la propria autonomia”.
Le parole del dottor Pisano hanno riportato il dibattito su un piano di urgenza sanitaria: “È opportuno che la persona con sofferenza psichica sia in grado di avvicinarsi alla struttura specie nei momenti di maggior crisi, cosa che si verifica tra mille difficoltà”.
Mi piace concludere il dibattito che c’è stato tra i partecipanti all’incontro/tavola rotonda con le parole rispettivamente della dottoressa Dessì e del dottor Santoru del Servizio di Riabilitazione: “È chiaro che non possiamo prestare attenzione solo agli aspetti economici del percorso riabilitativo ma dobbiamo concentrarci sulla peculiarità della riabilitazione come un vestito tagliato perfettamente su misura”, e ancora “la persona è un insieme e la sua sofferenza psichica va curata rinnovando di anno in anno la sua terapia e il progetto riabilitati.