31 ottobre: la festa di Halloween!
Il trillo del citofono non è familiare, è irruento e violento quanto basta per mettermi in allarme, spodestarmi da quel trono che è la poltrona del salotto buono mentre guardo pomeriggio cinque di Barbara D’Urso. Un secondo trillo arriva quando sto per rispondere al citofono anch’ esso violento e volgare, rispondo con un po’ d’ansia con un canonico: “Chi è?’’; la voce è quella di una bambina dal tono angelico, che mi chiede: “dolcetto o scherzetto?”, è una voce che nasconde ingenuità ed ilarità ed infatti sta per scoppiare in una risata insieme agli altri bambini, i quali, travestiti come lei da zombie e da streghe, sghignazzano fuori dalla mia casa; mi ripetono in coro: “Dolcetto o scherzetto?”, con quella allegria da gita scolastica o da stornelli romaneschi avvinazzati della domenica pomeriggio.
E vi racconto cosa ho passato:
Mi affaccio al balcone, punto gli occhi su quella compagnia di bambini e, per un attimo penso di essere matto. Siamo sul calare di ottobre e questi sono vestiti da Carnevale! Inizio ad imbastire una conversazione con loro: “Bambini cosa fate?”, loro rispondono con la loro frase d’esordio: “dolcetto o scherzetto? Ma perché ? Signore è la festa di Halloween!”
La sera ha strappato il giorno ed aspetto il rientro di mia moglie da lavoro.
Lì, rimbecillito dalla televisione dove trovo interessanti solo le pubblicità intessute ad arte per far comprare: “perché oggi è importante avere, è importante solo avere”.
La società consumistica impone e ordina di avere. Così mia moglie corre per le vie del centro in modo ossessivo compulsivo a comprare vestiti e scarpe ed io sorseggio una coca cola fumando sigarette americane; “avrei potuto usare una sola parola, quella parola è globalizzazione”.
Al giorno d’oggi abbiamo sviluppato una coscienza globale a discapito delle nostre origini e tradizioni ancestrali, è stato un percorso lungo quanto la storia dell’uomo, ma ci siamo adattati anche se non lo vogliamo in maniera esplicita. “In questo modo vengono sepolte le nostre culture legate e vincolate al paese in cui viviamo, importiamo e compriamo di tutto, anche le feste, una di queste è la festa di Halloween, di radice irlandese e desinenza americana”.
Se ci soffermiamo sul vero significato della festa del 31 ottobre, questa, appare sempre collegata all’idea e al tema della morte sin dai tempi più remoti.
Ovviamente anche le feste che abbiamo sempre avuto e tutt’ora abbiamo il Carnevale, il Natale, il Capodanno, l’Epifania, le sagre nazionali , locali, paesane ecc. ecc. hanno fine commerciale, consumistico, niente di nuovo.
Pare che le prime notizie sulla festa risalgano alla celebrazione celtica Samhain durante il rito del passaggio stagionale, da queste celebrazioni più remote, ai tempi più vicini a noi, dalle coloriture anglosassoni arriviamo fino ai partecipati festeggiamenti di sapore americano.
“I nostri figli così, crescono all’ombra del capitalismo più becero e spietato e vengono convinti o, per meglio dire, circuiti dai mezzi d’informazione che ci convincono bisogna possedere, possedere ed ostentare fin dalla tenera età, così, questa filosofia dell’avere, si impossessa di loro e, senza volerlo diventa il loro, il nostro nodo”.
Concludo:
“Bambini, il mio discorso è complesso. Ma io non ce l’ho con voi, il mio pensiero va a chi ci guadagna, al commerciante che ieri si è rivolto male a me, al ragazzino che mi ha bucato le gomme della macchina, all’insegnante o al genitore che non gli ha insegnato l’educazione…al fatto che dovrò ridipingere il muretto di casa alla fine di questa giornata… la mia non è una critica a voi (continuo, incredibilmente a parlare con loro!!!)… la mia è una pura critica al capitalismo!”.