La giornata mondiale sulla violenza alle donne è stata istituita dall’ONU il 25 novembre 1999 per commemorare l’assassinio di tre sorelle nella Repubblica Domenicana nel 1960.
In Italia il mondo del calcio è sceso in campo con una striscia di rossetto sullo zigomo per sensibilizzare su quanto accade alle donne vittime di abusi sessuali, minacce, stalking , discriminazioni e violenze di ogni tipo. In occasione della 13esima giornata di Serie A, la Federazione Italiana Gioco Calcio, ha voluto, con un simbolico cartellino rosso dare un supporto e rompere il silenzio.
Vogliamo ricordare che la maggior parte delle violenze avviene tra le mura domestiche proprio ad opera di famigliari.
Ma proprio in occasione di questa giornata, organizzata dalla F.I.G.C., al termine della partita Empoli – Fiorentina, la giornalista Greta Beccaglia è stata vittima di molestie in diretta tv da parte di alcuni tifosi.
La reazione del conduttore della trasmissione televisiva non è stata delle migliori infatti con il suo intervento si è limitato a dare indicazioni alla ragazza di non reagire per non peggiorare la situazione ma non ha pubblicamente condannato l’atto di violenza appena subito. Questo comportamento è stato duramente condannato da tutti i network radiofonici e televisivi scatenando una tempesta mediatica che si è diffusa anche nel web, come un terremoto. La Beccaglia non ha digerito il gesto del tifoso e si è fatta ambasciatrice perché gli episodi di violenza sono all’ordine del giorno non segnalati o peggio non denunciati.
La giornalista dell’emittente tv locale non è l’unica donna che ha subito violenze, anzi nel corso della storia tutte le donne hanno attraversato un percorso di lotta per la parità dei diritti, un percorso di emancipazione e libertà con il quale si è affermata la parità fra i sessi: diritto all’aborto, diritto di voto, incarichi e mansioni lavorativi che fino ad allora erano destinati solo ed esclusivamente al sesso maschile. Molto spesso una donna vittima di violenza non sporge denuncia, essa è asservita alla figura maschile dalla quale non riesce a liberarsi per diversi motivi; una donna violentata è una farfalla dalle ali stropicciate che nasconde lividi e dolore al mondo, non riesce ad avere un moto di ribellione. A volte è la donna stessa a colpevolizzarsi per la violenza subita.
Nel corso dell’ultimo ventennio sono cresciuti in maniera esponenziale i reati di violenza sulle donne; non è che prima andasse meglio, basti pensare che durante il regime fascista in Italia la donna veniva considerata come un oggetto, che serviva a produrre figli; è così in molti paesi ancora oggi, come ad esempio l’ Africa; all’ equatore le donne vengono infibulate, vengono private del piacere fisico durante l’atto amoroso, negando loro il diritto ad una vita libera ed emancipata.
Le donne, combattono per affermare i loro diritti ed hanno fatto tanta strada, vorrei portare un esempio storico che risale a cinquecento anni fa quando Colombo e gli altri navigatori scoprirono le Americhe e la successiva colonizzazione che investì il mondo nuovo, sia i colonizzatori sia la chiesa con la scusante di civilizzare e convertire la popolazione compirono uno dei più grandi massacri che la storia ricordi.
Sono tante le donne che si sono impegnate a favore del mondo rosa affinchè ci fosse un equilibrio con il sesso maschile. Una di queste è Flora Tristàn proto femminista sognatrice irriducibile ma anche ostinata combattente con l’utopia della libertà.
“Ora ti sentivi sicura, andalusa, in grado di affrontare tutte le borghesi e i borghesi del mondo, con le tue eccellenti idee. Perché avevi un concetto molto chiaro del bene e del male, dei carnefici e delle vittime e conoscevi i vizi della società. Quanto eri cambiata dal quel terribile periodo[…]”
Da “Il paradiso è altrove” di Mario Vargas Llosa
<< Florita, oggi cominci a cambiare il mondo >>.