Freddie Mercury, il gentleman del rock che amava inviare fiori…
Freddie Mercury, nome d’arte di Farrokh Bulsara, nacque il 5 settembre 1946 a Zanzibar e morì il 24 novembre 1991. Si trasferì a Londra nel 1964 e ben presto mise in mostra le sue straordinarie doti di pianista, vocalist e compositore in diversi gruppi. Nel 1966 conobbe Brian May e Roger Taylor già componenti degli Smile insieme al bassista/cantante Tim Staffel. Freddie era collega di lavoro di Roger nel mercatino dell’usato ma l’amico non conosceva affatto le sue doti artistiche. Quando Staffell lasciò gli Smile la band rimase senza cantante, Freddie si propose di sostituirlo, con grande stupore degli altri, i quali ben presto si accorsero delle sue doti artistiche e accettarono la sua proposta.
Nel 1970 insieme fondarono i Queen, nome proposto da Freddie. John Deacon fu scelto come bassista definitivo dopo numerosi provini. I concerti di Freddie erano spettacolari e indimenticabili, arricchiti dalla sua teatralità, dalla vena trasgressiva e provocante che trascinava la folla. Con la potente vocalità coinvolgeva l’intera platea. La particolarità e unicità della sua voce è tutt’ora studiata in campo scientifico.
Mercury non nascose mai la sua bisessualità ma fu la sua fidanzata storica Mary Austin a interrompere la relazione nei primi anni ‘70 a causa della prevalente omosessualità di Freddie. Anni dopo lui le dedicò la canzone “Love of my life” in ricordo della lunga relazione durata sette anni. Nel 1984 conobbe Jim Hutton che gli restò accanto fino alla morte. Hutton risultò sieropositivo nel 1990, morì di cancro nel 2010.
Prima della morte del cantante la band è sempre stata osteggiata artisticamente proprio a causa della trasgressività di Freddie, della sua dichiarata omosessualità, al contrario di tanti altri artisti che in quanto a eccessi di ogni tipo non furono certo da meno, Elton John, John Lennon, solo per citarne alcuni.
I Queen persero gran parte del pubblico americano quando pubblicarono il brano “I Want To Break Free” con relativo video in cui erano vestiti tutti e quattro da donna in una versione autoironica del ménage domestico. In Italia non ebbero mai un successo eclatante, solo due concerti a Milano nel 1984 e un’ apparizione a San Remo dove furono costretti a suonare in playback, Freddie si divertì parecchio a giocare con il microfono facendo chiaramente vedere che a loro non importava poi tanto.
La band non prese mai posizioni politiche, componeva musica per puro svago, Mercury teneva sempre a precisarlo, non sopportava che in tanti lo definissero il leader, come se gli altri tre fossero dei gregari, i Queen erano un gruppo compatto, omogeneo e fatto di tanti compromessi, lui era solo il lead vocalist.
La trasgressività di Freddie però non interessava affatto alle persone che lo amavano e lo stimavano davvero come il soprano Montserrat Caballé alla quale lui mandava in albergo un bouquet di fiori ogni giorno durante la produzione dell’album “Barcelona” del 1988 e a chi lo aveva sempre sostenuto fino all’ultimo e che fu presente anche al suo funerale, tra questi David Bowie e Elton John.
I Queen hanno creato uno stile musicale unico e irripetibile che ha influenzato intere generazioni di musicisti. Esplosero nel 1974 con il singolo “Killer Queen” contenuto nell’album “Sheer Heart Attack” e continuarono a regalare ai fan di tutto il mondo perle come “ Bohemian Rhapsody”, “ Another One Bites The Dust”, “Under Pressure” composta insieme a David Bowie fino alla incredibile “Innuendo” che da il titolo all’omonimo album del 1991. Ancora oggi Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon emozionano i fan di tutto il mondo.